Questo concetto di arte cinetica nasce da una ricerca su superfici trasparenti. Immaginando una figura minimale, il cubo, ho ipotizzato di scomporlo in maniera regolare e geometrica, suddividendo il suo interno in altri cubi più piccoli. Questa suddivisione è stata ottenuta dall’incastro di lame in plexiglass trasparente: l’incrocio perpendicolare di queste lame disegna linee e piani all’interno del cubo stesso, creando nel mio immaginario una serie di pixel tridimensionali. Ho così deciso di sfruttare la materia come superficie per creare un’altra forma: la sfera. La percezione visiva della sfera avviene con l’incastro di dischi rossi verniciati sul plexiglass, l’occhio vede una figura che in realtà non esiste, o meglio sembra essere tridimensionale quando in realtà non lo è. Osservando l’opera attraverso i fori creati dall’incastro delle lame la visibilità della sfera è quasi inesistente: questa prende vita solo con il movimento (dell’artista o spettatore). I dischi rossi si sovrappongono e riflettono all’interno del cubo sfruttando la geometria della
scomposizione di questo: si ha così la percezione di una sfera rossa quasi “melmosa”, in continuo movimento ed evoluzione. La figura di questa si crea ed annulla all’interno del cubo, illudendo lo spettatore e trasportandolo con l’immaginazione all’interno dell’opera stessa. [S.L.]