Ombre di Luce
– installazioni –
installazione site-specific _ a cura di Tiziana Tommei _ promosso da Domus Art Gallery Athens _ La Lanterna di Fuksas _ Roma 2022
L’acciaio e il vetro si fanno luce ed ombre, per tornare materia.
Un’installazione che nasce dalla riflessione sul vuoto e sulla mutevolezza. In uno spazio in cui nulla resta mai identico, perché vive della luce e dei colori del mondo, come dell’assoluta assenza di essi, ecco che l’intangibile assume temporaneamente forma concreta.
Sotto la volta di copertura della terrazza panoramica, al punto più alto dove affiora la Lanterna – struttura che attraversa i 4 livelli del palazzo dell’ex Unione Militare riqualificato su progetto di Massimiliano Fuksas – Simone Lingua ha concepito, muovendo dall’osservazione del contesto, un disegno che rievoca le linee dell’architettura e, con esse, la trama di luci e di ombre che il tessuto architettonico proietta nel vuoto.
Un vuoto, dunque, abitato in superficie da forme astratte, geometriche e dinamiche, che mediante l’intervento dell’artista vengono riverberate, come in uno specchio, e tradotte in elementi reali, ossia segmenti metallici interconnessi e concentrati in masse puntuali di un percorso che traccia i confini dello spazio dell’arte internamente a quello dell’architettura. Masse composte da figure geometriche, ora vuote ora specchiate, da cui si generano i sostegni delle opere in mostra: cubi, sfere, cilindri e pannelli quadrangolari, volumi in plexiglass e acciaio, tutte creazioni tratte dal vocabolario dell’artista e afferenti alla produzione cinetica.
Comprese tra il 2015 e il 2020, tali opere seguono un criterio espositivo che risponde alla geometria: a partire dalla lingua che si estende dal cuore della Lanterna, che permette al riguardante di circumnavigare Cubi Cinetici di diverse dimensioni e colori, per irradiarsi verso isole inserite alle estremità dell’ambiente e che, in senso orario, mettono in scena Cupole Cinetiche in vetro – un inedito ideato per questa occasione – Quadri Cinetici di medie dimensioni, Cupole Cinetiche in plexiglass e, a chiudere il cerchio un pannello di grande formato, Quadro cinetico di 90 cm di lato. All’esterno, infine, trova collocazione un Cilindro Cinetico in acciaio supermirror, totem che catalizza forme, luci e colori della città.
Lavori che vivono attraverso lo sguardo e il movimento dello spettatore: esso, infatti, assume un ruolo attivo, essendo il corpo che innesca il moto centripeto che anima illusoriamente l’opera. Il risultato di tale atto non concerne solo il movimento, bensì l’opera nella sua totalità: forma, colore e aspetto della creazione vengono coinvolti, in chiave percettiva, nella illusoria trasformazione della stessa. La sfera rossa che vediamo all’interno del Cubo Cinetico non è reale, cosicché essa si attenua fino a scomparire in risposta al fruitore; la proiezione grafica esterna alla Cupola Cinetica, che otticamente pare incedere verso chi osserva, non esiste: esiste lo spettatore, con le sue infinite capacità di percezione e che, talvolta, diviene parte dell’opera stessa, attraverso gli specchi.
Quest’ultimi rappresentano il focus della ricerca recente di Lingua: già componenti ineludibili di sperimentazioni cinetiche, essi assurgono a protagonisti unici di “Contemporary illusions”, progetti di installazioni su grande scala destinati a monumenti storici, come a complessi di archeologia industriale (Nuance, Contemporary Illusions, Ciminiera Ex Avir, Gaeta 2022). Ombre di Luce si colloca quindi in questo iter, tramite i frammenti di alucobond specchiato e verniciato che vestono porzioni potenzialmente autonome del corpo dell’opera installativa.
Un insieme, quello prodotto dal disegno dell’artista in questo intervento, in cui la cinetica delle opere trova eco nella dinamica dell’installazione, generata dalle proiezioni delle forme architettoniche sulle superfici e caratterizzata a sua volta dalle proiezioni delle opere impresse nelle lastre specchiate che punteggiano la struttura progettata. Una dimensione che vuole unire un’eterogeneità di espressioni e al contempo amplificare la sfera percettiva, anche per mezzo di luci e suoni riprodotti come figure intangibili sull’acciaio e il vetro della Lanterna.
[Tiziana Tommei]